giovedì 15 dicembre 2016

IL RITORNO



Titolo: Il Ritorno
Autore: Bianca Baratto
Casa editrice: La strada per Babilonia
Pagine: 132
Genere: Giallo
Data di uscita: 28 ottobre 2016
Prezzo: A partire da 3,49 formato ebook
Acquisto: La Feltrinelli




Trama: Un uomo giovane e affermato vive, accanto alla sua compagna, una vita agiata e tranquilla, in una Milano che soddisfa tutte le loro esigenze. Così, almeno sembra, fino al ritrovamento del cadavere di una donna indiana che dà inizio ad un inaspettato cambiamento nella vita dei due giovani: lasceranno l’Italia per raggiungere Nuova Delhi. Attraverso questo viaggio in India, incontreranno la loro parte migliore, conosceranno il dolore vero ma anche la gioia e la rinascita. I luoghi che i protagonisti vedranno, da Delhi a Londra, da Calcutta alla valle del Paddàr, diventeranno quasi protagonisti del romanzo stesso. I due ragazzi faranno incontri straordinari e indispensabili alla loro rinascita e alla realizzazione della loro esistenza. Una storia che infonde coraggio e speranza, che non ha paura di farsi trasportare dalle emozioni. Impossibile non lasciarsi coinvolgere e commuovere.

Cari lettori,
bentrovati con una nuovissima recensione.
La strada per Babilonia, è la casa editrice che mi ha consentito di leggere il romanzo che sto per descrivervi davvero avvincente e profondo e voglio ringraziarla di cuore per questa opportunità.
Colgo questa occasione anche per augurarvi Buone Feste, vi aggiornerò come sempre delle mie letture e del mio quotidiano attraverso Instagram.
Il prossimo libro che recensirò sarà "E sarà bello morire insieme" edito Mondadori.
Ma ora veniamo a "Il Ritorno" di Bianca Baratto!
Lasciatemi, come sempre, le vostre osservazioni e riflessioni. Vi invito a leggerlo, perché vi garantisco che non rimarrete delusi, soprattutto se la lettura è per voi ciò che è per me, ossia un cammino, una esplorazione.

Recensione:

Un viaggiatore é in genere spinto dal desiderio di avventura, di scoperta, per poter godere dei sapori, colori e delle meraviglie che il mondo ha da offrire.
Ciò che troppo spesso ci sfugge, é che il viaggiatore compie anzitutto un viaggio dentro sé stesso ogni volta che parte, ogni volta che si confronta con una realtà differente dalla propria e che si concede il prezioso dono del conoscere altre persone.
Questo é quanto accade a Guido e Marta.
Ma andiamo per gradi o l’entusiasmo di recensire questa storia, rischierà di rovinarne la struttura.

Si, perché Bianca Baratto con ‘Il ritorno’ (non avrebbe potuto scegliere titolo migliore!) conserva una struttura ed un ritmo ben precisi lungo tutto il racconto ed accompagna il lettore in una scoperta-riscoperta di sé, attraverso le esperienze e gli incontri vissuti dai due protagonisti del romanzo.
Anzi oserei dire che i protagonisti di questa storia sono tre ed é il terzo la chiave di tutto.
Guido é un giornalista che si destreggia, come un equilibrista, tra la propria vita professionale e quella sentimentale avvertendo una sorta di lieve, ma opprimente insoddisfazione in entrambe.
Marta é una bella ed interessante psicologa con l’animo gentile e la difficoltà ad esternare le proprie emozioni data dall’essere cresciuta in un ambiente fondamentalmente anaffettivo, eccezion fatta per le tenere attenzioni della sua tata indiana, Tanushri.

La misteriosa morte di quest’ultima, rinvenuta nel suo appartamento addormentata su un letto di fiori, sarà l’inizio di un percorso che condurrà i due ragazzi in India.
Da Nuova Dehli a Calcutta, vi sembrerà di visitare quei luoghi e di coglierne l’essenza voi stessi.
Io stessa sono una incallita viaggiatrice e l'India è una delle mete che mi sono ripromessa da tempo di visitare, ma che (ahimé) sono costretta a rimandare a causa della scarsità di fondi 😓, per cui questa lettura mi ha fatto ritornare la voglia di visitarla il prima possibile.
Il ritorno, ha uno stile scorrevole e molto semplice ed é proprio qui che ravviso l’unica critica che sento di muovere a questo romanzo: alcuni dialoghi hanno una estrema semplicità anche quando il contesto richiederebbe una esposizione più formale.
Eccezion fatta per questo particolare, che é un aspetto la cui percezione é assolutamente soggettiva, la storia mi ha appassionato e mi ha coinvolto fino all'ultima pagina. Ho ritrovato, nelle debolezze e nelle insicurezze di Guido e Marta, molte delle mie.

Un viaggio simile, un viaggio dentro noi stessi, dovremmo farlo tutti e questo romanzo ci accompagna nella giusta ottica, commuovendo e interessando, smuovendo la nostra coscienza troppo spesso dormiente.
La Baratto descrive mirabilmente scenari, personaggi, tradizioni, cerimonie locali e sensazioni, arricchendo il racconto con minuziose descrizioni di alcune tradizioni indiane a dir poco affascinanti e regalandoci frammenti di "Upanishads", ossia filosofie indiane.


L'autrice, inoltre, ci ricorda che la vita deve essere fatta di attimi e momenti indimenticabili, ognuno di essi unico e irripetibile. Che va vissuta intensamente prendendoci il tempo di fare le cose senza foga, di assaporare il cibo senza ingordigia, di amare appieno, di ritrovare il nostro ritmo e non quello imposto dalle situazioni in cui ci troviamo, altrimenti finiranno per prendere il sopravvento sulla nostra esistenza e ci sfuggirà tra le dita il diritto di plasmarla a nostra immagine e di far sì che lei si adatti al nostro modo d’essere e mai viceversa.

Voto: 7/10

P.S. : La copertina è veramente bella!

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